Consueto mare di gagliardetti e vessilli sezionali alla tradizionale S. Messa di Natale nel Duomo di Milano

Nata da una iniziativa di Peppino Prisco, la tradizionale S.Messa di Natale ha ampliato il suo significato originale, essendo attualmente dedicata, oltre agli alpini che caddero nell’inferno della campagna di Russia, a tutti coloro che, in guerra e in pace, hanno dato la loro vita al servizio della nostra Patria, senza comunque perdere i connotati originali, che hanno fatto di questa cerimonia un evento di valenza nazionale, visto il gran numero di vessilli e gagliardetti che puntualmente ogni anno vi presenziano, provenienti da ogni parte d’Italia.
Ogni anno è un’emozione nuova partecipare a questo evento, il colpo d’occhio sulla piazza del duomo, gremita di vessilli, gagliardetti, bandiere delle associazioni varie e gonfaloni dei comuni limitrofi, è stato impressionante.
La fanfara e il picchetto armato della Taurinense hanno dato un tocco ulteriore di solennità all’evento, che la notevole folla di cittadini milanesi e di turisti, anche stranieri, ha ammirato con curiosità ed entusiasmo.
L’arrivo del labaro nazionale dell’associazione, e il rito dell’alza bandiera, hanno dato inizio alla cerimonia. Quindi l’ordinato ingresso in cattedrale per assistere alla funzione religiosa celebrata dal vescovo ausiliario monsignor Paolo Martinelli che, nell’omelia, ha avuto parole di elogio e stima per gli alpini e per il loro modo di essere e operare nella società civile.
Terminata la funzione, sul sagrato le allocuzioni ufficiali da parte delle autorità presenti, per ultimo in nostro presidente sezionale Luigi Boffi che, nel suo intervento, ha evidenziato due temi molto importanti: l’assegnazione dell’adunata del centenario, quella del 2019 a Milano e lo sforzo che tutta l’associazione sta facendo per convincere la pubblica opinione, ma soprattutto la classe dirigente del nostro Paese, della necessità di ripristinare il servizio di leva, quindi riabilitare, a pieno titolo l’articolo 52 della nostra Costituzione Repubblicana.

Quindi, accompagnati da un freddo pungente, in corteo sino al Sacrario di Piazza Sant’Ambrogio per la deposizione della corona e gli Onori ai Caduti della città di Milano. A tal proposito, al nostro gruppo,
quest’anno, l’onere, ma soprattutto l’onore, di portare e deporre la corona, compito che i nostri Bravin Gianpiero e Pagani Rinaldo hanno assolto egregiamente.
Due considerazioni finali: da ogni parte d’Italia vengono a questa cerimonia centinaia di alpini, affrontando spesso lunghi, disagiati e costosi viaggi, probabilmente sono più motivati dei nostri “stanchi e super impegnati” alpini. Da ultimo, ma il tricolore nella corona non dovrebbe essere invertito con il verde delle due bande all’esterno?
Al prossimo anno
Sandro Bighellini