Adunata Nazionale: ogni anno una nuova esperienza, pur nei consolidati ritmi di svolgimento che la caratterizzano e la rendono bella e coinvolgente.
La nostra partecipazione, almeno dal punto di vista delle adesioni, non è stata certamente una delle più esaltanti, solo sedici infatti sono stati gli aderenti, tra questi un socio aggregato e quattro donne. Certamente l’assenza del coro ha contribuito a ridurre notevolmente il numero dei partecipanti, aumentando di conseguenza la quota pro capite che ciascuno di noi ha dovuto versare.
Siamo partiti sabato mattina alle 7.00 dalla Valera di Varedo, nei pressi dell’abitazione di Matteo Marzoarati, nel cui cortile abbiamo parcheggiato le nostre vetture; scelta questa motivata dal fatto che il giorno dell’adunata avevamo concesso l’utilizzo della sede per un rinfresco a seguito di una prima comunione.
Quindi, viaggio tranquillo sino a Treviso dove, praticamente, siamo arrivati senza problemi sino alle mura della città, poco dopo il ponte Garibaldi sul fiume Sile.
Scesi dal pulmino il primo inconveniente: qualcuno (il capogruppo, che è pure recidivo), ha lasciato, nella concitazione del momento, il cappello sul mezzo di trasporto, che nel frattempo era partito per recarsi al parcheggio assegnato.
In tempi passati, in mancanza di telefonini, sarebbe stato un dramma, ma oggigiorno, con la tecnologia a disposizione, una breve telefonata ha fatto arrestare il mezzo e permesso allo “sbadato” di recuperare l’estremo simbolo di appartenenza al corpo degli alpini: il suo prezioso cappello.
Quindi visita alla città e immancabile tappa alla cittadella militare, dove abbiamo potuto prendere viosione di armamenti e mezzi attualmente in dotazione all’esercito.
Alle 17.00 appuntamento con il pulmino davanti all’ospedale civile, da cui siamo partiti per Caorle, luogo della nostra sistemazione logistica.
Nel frattempo, in città, il numero degli alpini era aumentato in maniera considerevole, rendendo persino difficoltoso muoversi lungo le vie, facendo presagire la grande confusione che ci sarebbe stata in serata, per il piacere di quanti considerino il sabato sera il
momento clou dell’adunata, cosa che non mi vede certamente in sintonia, ma si sa, ognuno ha le sue opinioni.
Tornando a noi, in meno di un’ora arrivo a Caorle, sistemazione in albergo (lo stesso dell’adunata di Pordenone del 2014), ottima cena e ottima sistemazione .
Quindi, su richiesta della titolare, alcune cante alpine e non, sapientemente dirette dal nostro maestro Osvaldo Carrara, che ci hanno fatto meritare un paio di giri di ottima grappa.
Il mattino seguente, alle 10.00 partenza per Treviso, con scarico partecipanti nello stesso luogo del giorno precedente. Anche in questa giornata non è mancato qualche piccolo contrattempo dovuto alla difficoltà da parte dell’autista a fare rifornimento con la carta
di credito, cosa questa che ci ha fatto girovagare, per diverso tempo, tra i distributori di carburante della zona.
Uno spuntino, a base di sopressa e prosecco, presso un punto di ristoro sezionale, quindi tutti all’ammassamento per partecipare alla sfilata che, una volta tanto, si è svolta nei tempi
previsti senza snervanti attese e ritardi. Qui ci ha raggiunto, per sfilare con noi, il nostro socio Gabriele Voltan, già presente in loco sino da giovedì.
La zona dell’ammassamento era un tantino sacrificata, la Via San Francesco troppo angusta, subito mi ha fatto ricordare Cremona 1999. Per fortuna il tempo di attesa è stato
molto breve e finalmente siamo partiti.
In fila per quanti? Non si è ancora capito, visto che per 9 in certi punti era praticamente impossibile stare. Quindi soluzione all’alpina: autoadattamento a un più consono e comodo
8 per fila. Finalmente le tribune dove, per la prima volta in tante adunate, nessun suono o ritmo ha accompagnato il nostro passaggio, quì certamante il passo cadenzato è andato a quel paese, per non dire altro. Probabilmente, ciò è stato dato dal fatto che, essendoci posizionati nelle ultime file dello schieramento sezionale, non giungeva noi alcun suono dalle
nostre due fanfare e oltretutto nemmeno la sezione di Pavia che ci seguiva, era dotata di fanfara. Al termine della sfilata il saluto al vessillo sezionale con il presidente Boffi e il consiglio direttivo, quindi lo scioglimento e dopo aver recuperato le donne, tutti al pulmino per recarci all’agriturismo di Ponti sul Mincio (MN), per la cena che a suo tempo avevamo prenotato.
Il ritorno a Varedo verso le 23 e 30 ha concluso la nostra due giorni nella “Marca Trevigiana”.
Tutto sommato abbiamo trascorso due belle e intense giornate, immersi nel nostro rassicurante ambiente alpino, aiutati anche dal tempo che ci è stato sempre favorevole con una temperatura sempre ottimale.
Appuntamento a Trento 2018!
Sandro Bighellini
Gruppo Alpini di Limbiate
Sezione di Milano
Piazza Martiri delle Foibe, 4
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